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10 Aprile 2021

Il madrigale

Il madrigale è una forma musicale che avrà un grande successo nel periodo del Rinascimento, e che si diffonderà in tutta Europa. E’ basato su una composizione di testi in rima, di genere profano, e cantata a più voci ( da due a sei). Quindi un canto polifonico a più voci, oppure a più voci con aggiunta di uno strumento. Aveva caratteristiche molto raffinate, e rappresentava bene il gusto per il bello che caratterizza ogni forma artistica del cinquecento.

Non aveva una forma prestabilita. Spesso trattava di argomenti amorosi, largamente preferiti dal gusto popolare, ed era cantato in lingua volgare (non in latino, che era tipico dei canti religiosi). Ma poteva trattare di qualsiasi argomento, come il sentimento per la bellezza della natura.. La musica poteva essere composta per ogni occasione: in feste celebrative, funerali o cerimonie. C’erano madrigali malinconici, allegri, umoristici.

I compositori di madrigali in tutta Europa si concentrarono sul gioco di molte voci in un’armonia complessa e molto elaborata, a volte quasi oscurando le parole e il tema della musica. Spesso era una occasione per mettere in mostra anche le capacità dei cantanti.

Cantare un madrigale poteva essere una sfida, soprattutto quando integra armonie multiple. Diventava spesso un modo interessante e illuminante per trascorrere una serata.
Uno dei primi compositori di Madrigali fu Adrian Willaert. in Italia un grande compositore di madrigali furono Orlando di Lasso e Pierluigi da Palestrina.
Grandi poeti scrissero composizioni per madrigali, come Dante, Petrarca e Boccaccio.

Caratteristiche del madrigale

    1. basato su un testo letterario di alto livello
    2. è polifonico
    3. può prevedere l’uso di strumenti musicali
    4. Ha una forma aperta, e la musica non si ripete mai uguale
    5. Cerca di creare un legame tra musica e testo: se si parla del cielo, le voci si alzano, se si parla di argomenti cupi, la voce diventa bassa e triste (madrigalismi)

 

Zefiro torna e di soavi accenti (claudio Monteverdi)

Zefiro torna e di soavi accenti
l’aer fa grato e ‘l piè discioglie a l’onde
e, mormorando tra le verdi fronde,
fa danzar al bel suon su ‘l prato i fiori.

Inghirlandato il crin Fillide e Clori
note temprando lor care e gioconde;
e da monti e da valli ime e profonde
raddoppian l’armonia gli antri canori.

Sorge più vaga in ciel l’aurora, e’l sole
sparge più luci d’or; più puro argento
fregia di Teti il bel ceruleo manto.

Sol io, per selve abbandonate e sole,
l’ardor di due begli occhi e’l mio tormento,
come vuol mia ventura, hor piango hor canto.

 

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